La dott.ssa Maria Rosa Pomella si occupa di attacchi di panico [DAP] a Genova nel suo Studio di Psicoanalisi.
Sempre più persone soffrono di panico: l'Ansia sale come un'ondata, raggiunge l'apice, rompe le dighe. La persona è sommersa, teme di morire. Il cuore impazzisce, il respiro si blocca, la realtà esterna scompare. Le vertigini, spesso, rendono difficile l'orientamento. La crisi sopravviene all'improvviso, la prima volta, e quasi subito s'innesta l'effetto più perverso: l'attesa della (prossima) crisi. Freud aveva definito l'ansia come essenzialmente "ansia di attesa": attesa di un evento temuto: in caso di panico, l'ansia diventa attesa dell'ansia, dell'ondata devastante.
Si può innestare un effetto più perverso ancora: l'agorafobia, la paura di uscire, la paura degli spazi vuoti, dove non ci sia un punto d'appoggio.
A volte sopravviene anche la claustrofobia, paura degli spazi chiusi e della solitudine, così la persona perde ogni riferimento.
Qual è l'origine del panico, e perché proprio ora, in questo momento storico, assistiamo a una specie di epidemia?
Dopo molta riflessione, e dopo aver ascoltato e seguito tante persone, mi sembra di ritrovare delle costanti. Sicuramente l'instabilità sociale, le minacce esterne, la mancanza di punti di riferimento hanno il loro peso. Ma non basta.
Qual è la tipologia della persona esposta al panico?
Qualche anno fa si trattava prevalentemente di donne, ora non più, sempre più uomini confessano il male oscuro.
Non si tratta affatto di persone incapaci, deboli: spesso sono persone dinamiche e attive, di sostegno per gli altri, ma che si sentono
franare dentro. Sembra però di notare che si tratta di persone che spesso non conoscono le proprie emozioni, che tendono a reprimerle.
Soprattutto una particolare emozione: l'aggressività. Queste persone non si possono permettere "emozioni cattive".
Ma le emozioni cattive esistono e, se represse, diventano una specie di "tsunami" che improvvisamente colpisce e travolge la persona. È "l'orgasmo della paura " che sostituisce magari un violento scarico di rabbia.
A volte, si tratta di persone sottoposte a gravi pesi, assillate da richieste di altri, incapaci di reagire. La loro reazione è colpire sé stessi e così paralizzare anche la parte sana della propria aggressività.
Come si può guarire?
Non è facile far percepire il panico come autoaggressione, non è facile scindere questo attacco massivo nelle "particelle"
delle emozioni represse.
La persona invasa dal panico non sa (e non accetta) che sta scoppiando di rabbia e resisterà strenuamente al tentativo dell'analista
di rivolgere l'aggressività altrove. Si tratta spesso, come abbiamo detto, di persone molto oblative, che si ritengono piene di amore,
e non accettano di provare paura e rabbia. Non accettano neanche una normale competitività o assertività, che è vissuta
come fatto aggressivo, lesivo degli altri: ecco il panico da esami, il panico sul lavoro.
Quando il panico si associa all'agorafobia, blocca la persona in casa, per impedirle di invadere lo spazio altrui e di essere nociva.
La guarigione, dunque, passa inevitabilmente attraverso l'assertività e la familiarietà con emozioni sgradevoli come rabbia,
odio, invidia.
È attraverso un aiuto competente che si può iniziare a comprendere questi aspetti, per poi accettarli ed infine superarli.