Lutto e Depressione a Genova
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Lutto e Depressione a Genova

Lutto, senso di colpa e Depressione a Genova - dott.ssa Maria Rosa Pomella

La dott.ssa Maria Rosa Pomella offre la sua consulenza psicologica per chi presenti una problematica di Lutto e Depressione a Genova. È iscritta all'Albo Psicologi della regione Liguria con n° 313.

Lutto e senso di colpa

L'angoscia tipica "di non aver fatto abbastanza" per la persona perduta fa parte del lutto e appartiene alla cosiddetta "colpa persecutoria".
È associata a un senso occulto di onnipotenza, come se il lutto potesse essere evitato con strategie particolari o ricorrendo a cure spesso fantastiche.

I normali contrasti avuti con la persona scomparsa riaffiorano e si trasformano in cause di morte, come tante Erinni persecutorie.
C'è molta ambivalenza in questa colpa persecutoria, un occulto rancore per la persona scomparsa che ci ha abbandonati.

Lutto e malinconia

Nello scritto "Lutto e malinconia" Freud istituisce un'importante connessione tra lutto e depressione, entrambi secondo lui caratterizzati da un ritiro dalla realtà e da un impoverimento libidico.

Qui compare l'espressione, poi divenuta celebre, "lavoro del lutto": il ritiro dalla realtà viene spiegato con la concentrazione in questo "lavoro", che consiste nel prender coscienza, contro l'incredulità iniziale, che l'oggetto d'amore non esiste più e che comunque l'io decide di sopravvivere.

Freud subì gravi lutti, dopo i quali, in un certo senso, "non fu più lo stesso": l'amata figlia Sophie, "la figlia della domenica", e il nipotino, figlio della stessa Sophie.
La creatività di Freud non fu però intaccata da queste perdite.

Tutti possiamo fare l'esperienza che il lutto comincia con l'incredulità.
Di fronte alla perdita dell'oggetto amato non c'è altra risorsa che scivolare nell'irrealtà. Non si crede sia possibile, ci si impietrisce. Si entra in una terra di nessuno in cui presente e futuro non esistono, e il passato è pieno di minacce. Perché?

Dice il poeta: "Nessun maggior dolore -che ricordarsi del tempo felice- nella miseria. E ciò sa il tuo dottore".
(Il dottore è Virgilio, che subì anch'egli gravi perdite).
Virgilio stesso: "Infandum, regina, jubes renovare dolorem", cioè: "Tu, regina, mi costringi a rinnovare un dolore indicibile".

Il dolore del ricordo. Nel lutto, i ricordi felici non sono un conforto. Solo lentamente si esce dalla pietrificazione e, mentre il presente acquista un senso, anche il passato può essere ricuperato senza strazio.

Il lutto in una poesia del '500

La poetessa si chiama Barbara Torelli, di lei ci rimane un solo sonetto che esprime tragicamente il lutto per la perdita del marito.
L'inizio:

"Spenta è d'amor la face, il dardo è rotto
e l'arco e la faretra e ogni sua possa
perch'ha morte crudel la pianta scossa
a la cui ombra cheta io dormia sotto"

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