La dott.ssa Maria Rosa Pomella tratta disturbi ossessivi (è un disturbo d'ansia) nel suo Studio a Genova.
Il pensiero può diventare la peggiore forma di sofferenza, il peggior nemico.
Con la fobia, siamo di fronte a una paura "reale".
Le fobie possono essere varie, paura del buio, dell'altezza, degli spazi aperti, dei ladri, delle malattie... la realtà diventa
presenza estrema, incombente, minacciosa.
Ma quando la paura si annida nel pensiero stesso? quando il pensiero, perversamente, si rivolge contro di sé?
Questa perversione del pensiero la vediamo soprattutto nel delirio, ma qui siamo nel campo della psicosi: delirio paranoide, quando la
realtà è deformata; delirio schizofrenico, quando si vive in una realtà parallela.
Ma anche senza delirio, in persone che hanno un "adeguato" esame di realtà, il pensiero può diventare una tortura.
Guido soffre di un'ossessione religiosa: è perseguitato da pensieri sacrileghi, molto dolorosi per lui che è estremamente osservante.
Alessandro ha un'ossessione igienica: è costretto a complicati rituali di pulizia, non può toccare maniglie o maneggiare soldi. L'ossessione igienica in realtà è abbastanza diffusa, sotto forma di pulizie reiterate e coatte, ma raramente raggiunge livelli così allarmanti: qui siamo di fronte a una specie di ritiro da una realtà che sembra solo fonte di contaminazione.
Angela è perseguitata dal "pensiero doppio", come lo chiama lei. Mentre sta seguendo un normale corso di pensieri,
s'infiltra un pensiero parassita: il bisogno di ricordare qualcosa nei dettagli.
Questo pensiero parassita finisce per uccidere il pensiero normale: Angela non ha pace finché non ha ricostruito nei dettagli un
qualche evento del passato. L'ossessione prolifera, invade le ore, le giornate, poi si ritira lasciandola stremata.
Mara si è fissata sulla deglutizione: è costretta ad avere coscienza del fatto di deglutire, come se avesse un impedimento, un blocco, un nodo in gola... che ovviamente non esiste.
Stefano è obbligato a respirare "volontariamente", concentrandosi e astraendosi da tutto.
Ma non si tratta piuttosto di fobie legate al corpo?
Abbiamo già esaminato questi due casi. Il confine è labile a volte, tra fobie e ossessioni: certo in questi due casi è
in primo piano il pensiero, l'"obbligo" di pensare a deglutire, pensare a respirare.
L'ossessione ovviamente non è continua, altrimenti la persona "posseduta" non potrebbe vivere; ma nei momenti in cui predomina il
"delirio" la realtà sembra arretrare, sfumare, e il pensiero diventa "un mondo a parte": non è più ponte verso la
realtà, in uno scambio fecondo, ma si accoppia crudelmente e perversamente con sé stesso.
Un posto di primo piano spetta all'ossessione amorosa.
Qui la realtà è ben presente (la realtà della persona amata), spesso anzi ingrandita e idealizzata; ma è all'opera
uno stravolgimento, una deformazione, un'"interpretazione" continua.
Silvia ha una vita affettiva normale, marito, due figli, un bel lavoro: un'ossessione amorosa costante per un collega molto narcisista.
L'ossessione dura nel tempo nonostante l'analisi portata avanti nel mio studio di Genova - anzi - l'analisi viene vissuta come un mezzo magico per attuare il proprio desiderio.
In realtà, dall'analisi Silvia attinge la forza per portare avanti la sua vita normale, per investire nella crescita dei figli e per costruirsi un nuovo lavoro; finché la confessione del proprio sentimento e il rifiuto da parte del collega narcisista la fa sentire umiliata e perduta, ma di nuovo al centro della propria realtà e non "sequestrata" da una passione tirannica.
Giulia vive un delirio di gelosia, con frequenti scenate e passaggi all'atto, prima per la suocera, una donna mite e innocua, poi
per la moglie dell'amante.
In entrambi i casi, la presenza mentale della "rivale" è eccessiva e soverchiante, ben più dell'oggetto d'amore. Ovviamente (?),
Giulia ha avuto una madre "importante" (per sé stessa e per il marito) e "assente" (per Giulia).
Giorgio è diviso tra una vita affettiva normale con la fidanzata storica, che abita in un'altra città, e l'attrazione fatale per una donna incostante che lo seduce, lo illude e delude: "eppure per lei lascerei tutto, pianterei il lavoro, partirei domani".
Giorgio è consapevole che questa donna non può dargli niente, lo può solo manipolare, illudere e tradire, ma non
può farci niente, "con lei ho già tutto", lei è sua madre, la sua anima.
Giorgio è figlio di separati, sua madre l'ha lasciato in collegio qualche anno, nel frattempo si è risposata. Ora è
affettuosa e vicina.
Ma ormai, Giorgio è vittima di un miraggio: la fidanzata lontana, l'amante inafferrabile.
Ci sono i comportamenti ossessivi, piccoli deliri in atto.
Nadia, Anna, Caterina sono "costrette" a vivere tradimenti compulsivi, senza piacere, con molti rischi e un'enorme fatica.
Nadia è stata una bambina invisibile: un giorno è uscita di casa e se ne sono accorti ore dopo (era la figlia di mezzo, quella che non dava problemi).
Si è sposata presto, moglie perfetta di un marito molto occupato; così si vendica della sua sottomissione collezionando amanti.
L'invisibilità continua, perché il marito non si accorge di nulla...
Con ogni amante mette in atto un rituale di sottomissione, e poi si vendica tradendo. È una situazione ossessiva che sembra senza via
d'uscita.
Come si vede, esistono vari gradi di ossessioni: le ossessioni pure, concentrate prevalentemente sul pensiero, e le ossessioni che sfociano
in comportamenti coatti.
In ogni caso, siamo di fronte a un sistema chiuso, asfittico, senza spiragli.
Il fobico può contare sull'evitamento, perché le sue paure sono più limitate e ci sono zone della realtà libere
dal conflitto.
Mentre l'ossessivo tende a creare un universo chiuso, tende al pensiero unico.
Umberto, che è stato tradito dalla prima fidanzata, deve conquistare "tutte le donne del mondo": in realtà si dedica
soprattutto alle donne a pagamento, così non può esserci rifiuto (e il tradimento è già scontato).
La sua ossessione diventa sempre più pervasiva, nonostante le acute angosce di contaminazione.
Uno spiraglio si apre quando in lui nasce il desiderio di un figlio. Vorrebbe una figlia femmina: è sicuro che per la figlia lui
potrebbe essere "unico".
Con gli ossessivi è una sfida, una battaglia. Cercare uno spiraglio: di questo si tratta.
Quelli degli ossessivi sono mondi chiusi, in cui la ripetizione tende a distruggere ogni novità.
In realtà, l'ossessivo possiede spesso una grande energia e creatività, di cui ha paura, e che tende a esaurire in uno sterile
rispecchiamento.
Tirare fuori la creatività nascosta: è questa la scommessa che mi pongo nel mio studio di Genova.