Anoressia Genova
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Anoressia Genova

Disturbi alimentari - Anoressia Genova - dott.ssa Maria Rosa Pomella

La dott.ssa Maria Rosa Pomella si occupa di disturbi alimentari tra i quali anoressia a Genova nel suo Studio in Via Caffaro 1/13

Anoressia

Simona è una bella ragazza. Alta, capelli fiammeggianti, forse eccessivamente magra.
Dice (al primo colloquio) di essere preoccupata per certi pensieri: "sto molto attenta al peso, ma se mi lascio andare mi sento disperata e penso: non vorrei svegliarmi domani. Ma non si preoccupi, non ho intenzioni suicide".

Tipicamente, Simona non ammette l'anoressia, non viene per curare la sua fissazione per il corpo magro e per il peso: non parla infatti del corpo, ma del pensiero.
È preoccupata di certi pensieri depressivi che contrastano con il suo umore generalmente allegro e solare.

Simona appartiene a una bella famiglia, vive nel quartiere più chic della città. Studi brillanti, un impiego trovato quasi subito, una cerchia di amici e un fidanzato, col quale il rapporto è un pò appannato.

Ma la vita di S. è scandita da un rituale immutabile: le due pesate quotidiane, da cui dipende il suo equilibrio.
Tutto è in funzione del peso, che non deve superare quota 50 kg (S. è alta 1,70 mt!): una vita bella, interessante, divertente, ma appesa a quelle due pesate.

Simona in casa mangia poco, senza troppe frustrazioni: ma il vero incubo sono i ristoranti: non può mangiare in presenza di altri, pasticcia nel piatto e finisce per non toccare nulla. Infatti il problema di S., come scopriremo, non è il corpo ma la relazione.

Il primo sogno di analisi è drammatico: S. sogna di cadere, e nella caduta la testa si stacca dal corpo: cade però sopra il lettino analitico.
II sogno mostra drammaticamente la scissione tra mente e corpo: una mente controllante, ipervigile - come scopriremo - e un corpo che non è libero di esprimersi. La caduta sul lettino manifesta la speranza di guarire per mezzo dell'analisi.
Chiariamo però un punto importante: il mio stile analitico è il vis-a-vis.
Simona cade sopra il lettino perché, tipicamente, vorrebbe fuggire anche dalla relazione diretta con me e appartarsi nel suo mondo.

In studio a Genova, cominciamo a parlare occupandoci della vita di S., anziché del sintomo (anoressia).
Emerge subito che, in questa vita apparentemente perfetta, l'unico neo è costituito dal fidanzato. Il rapporto con Alberto è arido, distaccato, molto ritualizzato: fanno poche cose insieme, lui è un dettaglio nella vita di Simona. Sessualmente, S. è poco reattiva e simula l'orgasmo.

Scopriremo a poco a poco una vitalità e una fantasia prorompente che S. tende a controllare con l'aiuto del sintomo.
Tutta la sua vita è ben organizzata e imperniata sulle due pesate quotidiane, che le danno sicurezza. Il corpo viene affamato e tenuto al guinzaglio per domare una mente fantasiosa e vivace.

Se il rapporto col fidanzato è finto, i rapporti con i famigliari sono perfetti, fin troppo: genitori comprensivi, una sorella amorevole: assente ogni traccia di aggressività. Le amiche formano un bel gruppetto, con loro i rapporti sono rituali: aperitivo, cinema, a volte discoteca: tutto sotto controllo e senza traccia di conflitto.

La vera natura di S., molto più libera e passionale, emerge in occasione di una vacanza in un'isola esotica, vacanza per cui è partita da sola.
È già straordinario che la "signorina snob" viaggi da sola approfittando delle "millemiglia" accumulate dal padre manager.
Ma succede di peggio. S. ha un'avventura con un ragazzo del posto, avventura assolutamente disdicevole per il suo stile di vita, che la coinvolge emotivamente, pur non risvegliando il suo corpo addormentato.

In tutto questo trambusto S. non ha mai le due pesate!
Al ritorno si libera del fidanzato stantio e comincia a capire come i suoi rigidi controlli tengano a bada un carattere avventuroso e ribelle che le fa molta paura.
Vive una specie di innamoramento, chiaramente impossibile, per il ragazzo lontano.

Il problema alimentare (anoressia) che abbiamo affrontato nel mio studio a Genova, a questo punto del percorso inizia a scoprire le proprie radici.
Cominciamo a vedere che esistono due Simone: una perfetta, ipercontrollata, e una molto impulsiva: il controllo del cibo e del peso è un modo per tenere imbrigliati gli eccessi della fantasia. E forse anche l'aggressività.
Simona si muove in un mondo dorato, in cui nessuno litiga mai con nessuno. Non esistono neanche i classici conflitti tra sorelle. Le amiche sono quelle di sempre, e non vengono mai criticate; poi succede che al ristorante S. non riesce a mangiare quasi niente, per "tenere a digiuno" il suo spirito ribelle e ipercritico.

Piano piano S. lascia affiorare sentimenti nuovi, qualche critica ai perfettissimi genitori, qualche dissidio con le amiche, senza esserne straziata.
E comincia a notare un collega d'ufficio, Daniele: un ragazzo appena carino, non straordinario, e soprattutto di ceto inferiore! Un ragazzo che non vive nel quartiere chic ma in una mansarda nel centro storico.
Nasce una storia vera, non esaltante ma coinvolgente: una nuova condivisione.
Simona entra a poco a poco in questa storia - certo non rinunciando ai suoi ancoraggi, le due pesate quotidiane, ma ormai è quasi una formalità - e presto si comincia a parlare di convivenza. È una cosa enorme per la signorina snob che ha bisogno dei suoi spazi, della sua grande casa (e anche del suo segreto): si tratta di vivere in una specie di mansarda, in spazi ristretti: condivisione totale.

S. tenta qualche fuga, una piccola avventura, poi la grande fuga: il vecchio sogno di fare la hostess. Ci si butta, con tutta l'irruenza del suo carattere.
In pochi mesi sta per farcela, ma all'ultimo colloquio - dopo aver sbaragliato le altre concorrenti - rivela senza necessità un problema non grave alla spina dorsale, e viene esclusa.

Problemi alla spina dorsale? S. è sempre stata in piedi da sola, irrigidendosi, mentre ora accetta di appoggiarsi: prima all'analista, poi al nuovo fidanzato.
La bocciatura al concorso per hostess è stata proprio voluta (atto mancato o atto riuscito?) per non fuggire ancora una volta dalla possibilità di una vita normale.

S. è andata a vivere con Daniele. È sempre perfetta, molto magra, raramente rinuncia alle due pesate. Ma è poco più di un esorcismo.
S. ha accettato l'imperfezione: una certa delusione camuffata da parte dei suoi, un certo distacco dalle amiche snob.

"L'amore è perfetto nella sua adorabile imperfezione" (I. Bergman).

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