La dott.ssa Pomella, Psicologa, tratta i disturbi ossessivi compulsivi a Genova.
Il sintomo ossessivo é un sintomo piuttosto raro, una "malattia nobile" come la chiamava Freud, che la descrisse meravigliosamente nel caso dell'"Uomo dei topi" (un giovane uomo torturato da un'immagine terrificante).
Jung, lo psichiatra svizzero allievo "eretico" di Freud, ebbe un esordio di nevrosi ossessiva all'età di dodici anni: per ben due giorni represse un'immagine blasfema, fino a permettersi di pensarla, perché rischiava di impazzire (v. l'autobiografia, "Ricordi, sogni, riflessioni").
Il disturbo ossessivo si può distinguere in "disturbo ossessivo puro" e "disturbo ossessivo compulsivo".
Nella compulsione, il paziente è costretto a "passare all'atto", per es. lavandosi ripetutamente le mani, controllando più volte la chiusura del gas o della porta, oppure non toccando i soldi o le maniglie, perché lì si annida lo sporco.
Il sintomo ossessivo puro è fatto di "pensieri che non si possono pensare" ed è più doloroso delle compulsioni, perché ovviamente il pensiero è libero e non si lascia incatenare.
Sono sintomi "antichi", perché oggi domina il "disturbo isterico", in varie forme: sia come ansia o aggressività, sia sotto la forma ormai diffusa del disturbo di panico.
L'ansia è un doloroso "delirio delle emozioni", ma il "delirio del pensiero" può essere più doloroso ancora:
L'ossessione di colpa è tra le più frequenti: nasce dalla paura di danneggiare una persona amata o, addirittura, procurarne la morte.
La causa è l'impossibilità di tollerare l'ambivalenza affettiva: tollerare che all'amore sia mescolate una certa quota di odio.
Poi c'è la gelosia, l'ossessione del tradimento: così dolorosa da provocare spesso un "passaggio all'atto": meglio tradire subito che consumarsi nella tentazione o nell'attesa: meglio tradire per prevenire magicamente il tradimento dell'amato.
Il pensiero ossessivo è concreto, appare equivalente a un'azione. La paura di danneggiare una persona amata è reale come se il danno
fosse già compiuto, e spesso si scarica nell'atto; la paura di tradire è già un tradimento, così insopportabile che il passaggio all'atto
è quasi un sollievo.
A volte, il passaggio all'atto è solo mentale: si tratta di far venire alla luce un pre-pensiero intuìto e terrorizzante.
Questo l'aveva già capito il dodicenne Jung che, dopo due giorni di resistenza e di insonnia, lasciò affiorare un'immagine oscena del Dio in
cui credeva, e così si liberò dall'incubo.
Il pensiero ossessivo è un pensiero ontologico. L'"inventore" della prova ontologica dell'esistenza di Dio (Anselmo d'Aosta) più o meno
ragionò così: se Dio è pensabile, Dio è reale.
Il nevrotico ragiona così: se ipotizzo e temo una colpa, l'ho già commessa. Se ho fantasie di morte su qualcuno, lo faccio morire.
Come si può curare il disturbo ossessivo? Per chi soffre di un pensiero scandaloso che cerca disperatamente di rimuovere, sarà bene imparare la differenza tra pensiero e azione portando alla luce l'idea inconfessabile. l'"Uomo dei topi" fu costretto da Freud a esaminare in ogni dettaglio una fantasia oscena sulla propria fidanzata, e fu anche costretto a confessare pensieri osceni sulla figlia di Freud. La "regola fondamentale" (parlare liberamente e senza censura dei pensieri che affiorano- croce e delizia degli analizzati, specie ossessivi, e che oggi non si applica più così rigidamente) in questo caso si rivelò utile.
Un'altra cosa si deve evitare: la logica dello scambio.
A volte, l'ossessivo si sente costretto a una rinuncia, a un sacrificio per evitare una disgrazia, che potrebbe colpire lui o i suoi cari.
È una specie di patto col diavolo, di esorcismo, che parte sempre dalla premessa del pensiero onnipotente.
In conclusione: il pensiero ossessivo è un pensiero ontologico, cioè equiparato a un'azione, a una realtà. La prova ontologica
dell'esistenza di Dio (Anselmo d'Aosta) consiste nel crederlo esistente realmente, perché, avendolo pensato come essere perfetto, tale
perfezione non può mancare dell'attributo dell'esistenza.
Cartesio disse: "Penso, dunque esisto". Molto prima, Anselmo disse: "Penso Dio, dunque Lui esiste". Due tipi di pensiero
ontologico. Ma, se l'ossessivo pensa di compiere cattive azioni, non per questo le compie o le ha compiute. Il pensiero ossessivo è un
pensiero primitivo e magico.